Dopo dieci anni di costruzione, due lunghi periodi di sospensione in cui il progetto sembrava condannato al fallimento, e altrettante riprogettazioni in corsa che hanno visto la rinuncia ad alcuni moduli previsti nel progetto iniziale, la Stazione spazione internazionale "Alpha" ha ormai raggiunto la sua piena operatività energetica. Agli astronauti americani Richard Arnold (nella foto) e al suo compagno Steve Swanson è toccato l'onore di stringere gli ultimi bulloni della struttura di metallo denominata S6, lo scheletro di sostegno che completa il dispiegamento di pannelli solari che alimentano il sistema orbitale.
Sei ore di lavoro
Durante una massacrante attività extraveicolare di sei ore (quella comunemente chiamata "passeggiata spaziale"), Arnold e Swanson hanno imbullonato la struttura S6 all'intelaiatura metallica dell'adiacente S5 (in orbita dall'agosto 2007) , hanno connesso i cavi per il trasporto dell'energia e quelli dei dati. Assistiti nella "coreografia" dal pilota dello Shuttle Tony Antonelli (foto), hanno poi liberato la sospensione cardanica che viene utilizzata per ruotare i pannelli in modo che siano rivolti verso il Sole, e hanno installato un radiatore per raffreddare l'intero apparato. Infine, hanno aperto il contenitore dove vengono ripiegati i pannelli solari durante il trasporto da Terra. Ogni pannello - ora sono 8 quelli che alimentano Alpha - è lungo 34 m e largo 12 m e genera 32, 8kW in corrente continua.
Via alla ricerca
Oggi - fino alla mezzaontte italiana - seconda operazione extra-veicolare con compiti di verifica e controllo del lavoro fatto e il dispiegamento di un'antenna Gps nella sezione giapponese della stazione che faciliterà l'attracco dei veicoli automatici di rifornimento - privi di equipaggio - attesi entro la fine dell'anno. Con l'integrazione degli ultimi pannelli, la potenza complessiva raggiunge i 120 kilowatt e permette il pieno funzionamento dei moduli scientifici americano Columbus e di quello giapponese Kibo. Completata ormai all'80% la Stazione spaziale dovrebbe essere ultimata entro venti mesi, in concomitanza con le ultime missione dello Space Shuttle.